Per fermare i cambiamenti climatici è necessaria una spinta dal basso


L’accordo sul clima raggiunto a dicembre con la Cop21 di Parigi ha un significato fondamentale. Per la prima volta tutti i Paesi del mondo hanno condiviso che il riscaldamento del clima esiste davvero e si sono impegnati ad adottare politiche per contrastare il fenomeno.

Cambiamenti climatici stanno avvenendo in Europa e nel resto del mondo: la temperatura media si sta alzando, il modello di precipitazioni si sta alterando, i ghiacciai e le calotte artiche stanno diminuendo (EEA, 2012). La figura 1 mostra l’impatto dei cambiamenti climatici sulle regioni biogeografiche europee: i mari evidenziano un aumento di acidità e temperatura, la linea di costa è vulnerabile all’innalzamento del livello del mare, all’erosione e a temporali più violenti. Nell’Europa dell’est e del sud la portata dei fiumi sta diminuendo, mentre aumenta in altre regioni. Gli ecosistemi dell’acqua dolce sono influenzati dall’incremento nella frequenza ed intensità delle siccità (in particolare nel sud Europa) e dall’aumento della temperatura dell’acqua. Gli ecosistemi terrestri mostrano uno spostamento nella fenologia e nella distribuzione; inoltre soffrono dall’invasione di specie estranee. In agricoltura sta avvenendo un cambiamento nella fenologia dei raccolti, nella superficie agricola utilizzabile, nei rendimenti e un incremento d’uso di acqua per irrigazione nell’area sud e sud-ovest d’Europa. I principali segni per le foreste sono: tempeste, parassiti, malattie, siccità e incendi. (IPCC, 2014).

 

Figura 1. Maggiori impatti osservati e previsti dai cambiamenti climatici per le principali regioni europee.

Figura 1. Maggiori impatti osservati e previsti dai cambiamenti climatici per le principali regioni europee

Fonte: EEA (2012).

 

Nell’area mediterranea e montuosa è probabile che i servizi connessi all’ambiente subiranno un calo come risposta ai cambiamenti climatici, mentre per le altre regioni i risultati sono abbastanza ambigui, con perdite e guadagni contemporaneamente. Si stima inoltre che i servizi culturali, come attività ricreative e turismo, diminuiranno nelle regioni più a nord, più a sud e continentali (IPCC, 2014).

Oltre le politiche salva clima, che saranno adottate dai Governi in linea con Cop21 per contenere l’innalzamento della temperatura terrestre entro i due gradi rispetto ai livelli pre-industriali, è necessaria una spinta dal basso. Economia, finanza, tecnologia e mezzi di produzione, insieme con i cittadini e i consumatori, possono generare la svolta ambientale che aiuterà a ridurre, per quanto possibile, il riscaldamento globale. Ben venga quindi la cosiddetta bio-economia: una struttura sostenibile non più pesantemente basata sul consumo di combustibili fossili, ma in grado di sostenersi unicamente sfruttando materie prime rinnovabili, riutilizzando e riciclando senza sprechi i propri prodotti. Tuttavia, perché questo risultato possa essere raggiunto, sarà necessaria, da un lato, una grande sensibilizzazione per permettere il cambiamento culturale e, dall’altro, che vengano varati standard che obblighino le imprese ad adottare modalità di produzione più sostenibili.

 

Per approfondire:

EEA (2012), Urban adaptation to climate change in Europe, EEA Report N. 2, European Environment Agency, Copenhagen.

http://www.eea.europa.eu/publications/urban-adaptation-to-climate-change

IPCC (2014), Climate change 2014: Impacts, adaptation and vulnerability, Cambridge University Press, Cambridge and New York.

http://www.ipcc.ch/report/ar5/wg2/

 

 

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