Terziario e turismo motori della rinascita del Paese


 

InNova Studi e ricerche all’interno del X congresso nazionale UILTuCS svoltosi a Torino tra il 15 ed il 18 Ottobre 2014 ha presentato i risultati di due ricerche.

Giovedì 16 ottobre davanti ai media abbiamo descritto quanto emerso da un sondaggio telefonico intitolato “L’economia e il sindacato visti dai lavoratori del Terziario”. Una ripresa che sembra ancora lontana, ma tra i lavoratori c’è fiducia, sia verso il sindacato sia verso il governo.

La maggior parte degli intervistati valuta positivamente la propria situazione economica ed è poco o per nulla preoccupata per il proprio posto di lavoro. La visione peggiora notevolmente, però, quando si sposta lo sguardo alla situazione generale del settore Terziario: circa un decimo ne dà un giudizio positivo e nessuno degli intervistati si spinge oltre l’abbastanza positivo. I dipendenti che manifestano una visione più negativa sono quelli dei servizi alla persona, mentre i giudizi migliori si registrano tra i dipendenti appartenenti al settore dei servizi alle imprese. Guardando al futuro, quasi due terzi degli intervistati sono convinti che la propria situazione rimarrà invariata; questo dato scende  se si parla della situazione del Terziario: circa un terzo dichiara che la situazione di questo settore peggiorerà ulteriormente il prossimo anno. I più ottimisti sono sempre i dipendenti di aziende nei servizi alle imprese, seguiti dal commercio, dal turismo e ristorazione e, fanalino di coda, i servizi alle persone.

Un dato positivo riguarda invece le condizioni di lavoro: oltre nove su dieci danno un giudizio positivo sul lavoro all’interno della propria azienda. Le due categorie più felici sono i dipendenti con posizione professionale più elevata e i possessori di titoli di studio più alti.

Il tema dell’apertura domenicale e serale divide gli intervistati, però il fatto di fare acquisti la domenica e la sera tardi sta pian piano entrando nelle abitudini degli italiani: poco meno di 4 su dieci dicono di farlo già più di una volta al mese, circa quattro su dieci poco frequentemente (una volta al mese o meno), due su dieci mai.

Nonostante le critiche, il sindacato riscuote ancora la fiducia dei lavoratori. Osservando il giudizio medio alle organizzazioni sindacali, oltre il quaranta percento risponde positivamente, circa un terzo dà una valutazione negativa e quasi un quarto non sa come rispondere. Gli iscritti e i lavoratori più vicini al sindacato sono ovviamente quelli che lo valutano meglio. Circa il grado di fiducia in vista del rinnovo dei contratti di settore, oltre metà crede nell’azione del sindacato, anche in questo caso un dato direttamente proporzionale al grado di vicinanza dei lavoratori all’organizzazione. Quando si chiede ai lavoratori se il sindacato abbia rovinato l’Italia, oltre i due terzi sono in disaccordo. Infine, gli intervistati (avendo a disposizione due risposte) sottolineano come priorità per il sindacato favorire l’occupazione dei giovani e difendere i posti di lavoro. Più lontani restano aumentare i salari, garantire le pensioni per il presente e il futuro e ridurre le disuguaglianze.

Il governo Renzi raccoglie ancora la fiducia dei lavoratori. Nell’esprimere un giudizio sull’operato del suo governo, quasi sei su dieci lo ritengono positivo. Nel guardare al futuro, i lavoratori del Terziario si dividono a metà tra chi ritiene che il governo guidato da Matteo Renzi stia facendo o farà le riforme necessarie al nostro paese e chi invece è pessimista e non crede nell’efficacia dell’azione del leader toscano.

 

Venerdì 17 ottobre abbiamo esposto le principali evidenze del ruolo e del peso del turismo in Italia. Infatti in questa difficile fase economica, in cui l’appuntamento con la ripresa sembra essere rimandato di anno in anno, è davvero urgente trovare soluzioni che possano rilanciare il Paese nel suo insieme, senza lasciare nessuno indietro. Sono noti i limiti che frenano lo sviluppo in Italia, come è risaputo che il nostro paese è pressoché privo di materie prime. Meno conosciuto è il fatto che l’Italia possiede il più ampio patrimonio artistico e culturale al mondo, che può essere considerato il “petrolio italiano”. Cosa accadrebbe allora se si decidesse di potenziare l’estrazione da questo giacimento? Quali sarebbero le ricadute? Dove bisognerebbe agire prioritariamente? Lo studio ha tentato di rispondere a queste domande, consci del fatto che solo grazie ad un supporto informativo adeguato si possono prendere decisioni lungimiranti, che possano finalmente innescare la ripresa e la creazione di posti di lavoro.

Siamo certi infatti che l’Italia abbia tutte le potenzialità per tornare a crescere ed il comparto del turismo può essere il motore dello sviluppo. Expo 2015 è proprio l’occasione per intraprendere con coraggio questo percorso di cambiamento.

I temi dell’analisi sono stati poi oggetto di discussione nel corso della tavola rotonda in cui diverse personalità si sono confrontate sul ruolo presente e futuro del turismo e della cultura in Italia.

 

 

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